venerdì 30 novembre 2012

CIACCIO MONTANARO CON FARINA DI FARRO


Ogni anno, le prime tre domeniche di novembre, a Savigno si svolge la Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi, la manifestazione di punta  della rassegna provinciale Tartufesta e una delle Sagre  del tartufo più importanti a livello nazionale. 
Nella piazza centrale di Savigno si tiene la “Mostra Mercato del tartufo” con espositori commerciali provenienti dalle varie realtà italiane di produzione. Nelle vie del paese gli esercenti espongono i prodotti tipici dell’Appennino bolognese e in particolare il Tartufo Bianco. Le associazioni locali, le trattorie e i ristoranti locali si dilettano a far assaporare il prezioso tartufo bianco alle migliaia di visitatori proponendo una ristorazione qualificata; tutta Savigno è impegnata nell’accoglienza dei buongustai. 
Per chi non c'è stato propongo l'adattamento wheat free di una ricetta tradizionale di Savigno: 
il ciaccio, la tipica piadina montanara senza lievito, qui impreziosita da altri due prodotti tipici della zona, il tartufo e il grana.
CIACCIO MONTANAROI CON BURRO AL TARTUFO NERO E FORMAGGIO GRANA

INGREDIENTI
1 kg di farina di farro
1 uovo
1/2 bicchiere di olio
un pizzico di sale
acqua qb
burro al tartufo nero
formaggio grana in scaglie
PROCEDIMENTO
Preparare il composto diluendo la farina, l'uovo, l'olio e il sale con 
acqua quanto basta fino a farlo diventare un impasto morbido come 
per le frittelle. Una volta ottenuta la miscela densa che in dialetto si 
chiama "cola", cioè "colla", bisogna versarla su piastre di ferro 
chiamate "cot" cioè "cottole". 
Le piastre devono essere due, tonde e con un diametro medio di 
27-30 cm. Quelle specifiche per il ciaccio, hanno un lungo manico 
laterale che ne permette la rapida rotazione. Una volta riscaldate sul 
fornello, vanno unte con un pezzo di cotica di maiale, 
oppure, per la versione vegetariana, con una mezza patata intinta 
in olio di semi vari. 
 
A questo punto si versa un mestolo di colla su una delle due cottole.
Poi si pressa con l'altra. 
 
Con alcune rotazioni il bravo ciacciaio riesce a cuocere il ciaccio (in dialetto "ciac") su entrambi i lati.
Dopo pochi minuti, la cottura sarà ultimata.

 
A questo punto si potrà spalmarlo con il burro di tartufo nero e il formaggio grana in scaglie, rioiegarlo in quattro e servirlo ben caldo fumanete profumato con un buon bicchiere di vino, per gli amanti del bianco pignoletto per quelli del rosso, lambrusco!